La banca ha reso dichiarazioni nobili ma come spesso accade non è così in quanto nasconde sicuramente altri tipi di considerazioni.
Per arrivare a 550.000 utenti sono stati eseguiti investimenti importanti dalla banca che sono serviti ad incrementare il “social aziendale” ed a un certo punto la chiusura fa pensare ad altro, non credi?
Questo di sotto è il post riportato su Facebook dalla banca.
Valorizzare i canali digitali proprietari per garantire un dialogo riservato e di alta qualità. In linea con questo impegno, UniCredit annuncia che a partire dal 1° giugno non sarà più su Facebook, Messenger e Instagram.
Nei commenti ai post, gli utenti si sentono liberi di poter esprimere il loro disappunto nei confronti di un servizio non perfetto, di una mancanza di servizi, di un errore delle applicazioni ed altro.
Cito un commento che mi sembra più diretto alla questione: L’utenza facebook è diventata ingestibile, lamentale infondate pubbliche, haters, Scammer. Non ha senso fare assistenza e mettere in gioco la propria immagine su questo canale, quindi condivido la vostra scelta.
IPOTESI
- Ingestibilità dei commenti;
- Scandalo Cambridge Analytica;
- Apertura a Facebook come mezzo di pagamento (criptovalute), di concessione prestiti e banca virtuale.
LA MIA IDEA
Il mio modesto parare tiene conto di vantaggi e svantaggi di un social network e la finanza.
L’ingestibilità dei commenti e delle lamentale non rende sicuramente vantaggio ad una realtà come Unicredit con 26 milioni di clienti nel mondo, rischia troppo con un parte dei propri clienti avendo un archivio dei propri utenti come like alla pagina (lo scandalo Cambridge Analytica ne è l’esempio) e rischiando che Facebook possa diventare un concorrente diretto nella concorrenza bancaria.
Quindi l’unione delle ipotesi avrebbe portato la banca a uscire da Facebook così da potersi creare una propria realtà nel futuro per interagire con la numerosissima clientela della banca.